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La luce che cura – Direzioni cardinali e progettazione Feng Shui


Con l'Equinozio di Primavera arriva la prima giornata dell’anno in cui la luce del sole ha la stessa durata del buio della notte (questo equilibrio lo ritroveremo nuovamente a settembre nell’Equinozio d’Autunno).
Nel calendario occidentale l’Equinozio è considerato l'inizio della Primavera, mentre nel Feng Shui e nell'energetica cinese - che si basano sul reale andamento energetico della natura - questo è invece il momento che sancisce l'apice e la massima manifestazione della Primavera, già iniziata i primi di febbraio con lo spuntare delle gemme sugli alberi.

Il sole governa i grandi e i piccoli cicli della nostra quotidianità. Percepiamo il ritmo dello scorrere del tempo attraverso l’alternanza di giorno e notte (il piccolo ciclo), ma in maniera più ampia riusciamo a cogliere il movimento di un tempo più lento e dilatato attraverso il susseguirsi delle quattro stagioni (il grande ciclo).

Il ritmo del sole e la nostra salute

Se a livello contemporaneo – soprattutto per chi vive in città – sembra essersi creato uno scollamento fra ritmi naturali e quotidiano, in realtà il movimento del sole continua a svolgere il suo ruolo centrale, soprattutto per la nostra salute.
Al sole è connesso il nostro ritmo circadiano (dal latino Circa Diem, intorno al giorno) che regola il ciclo ormonale nel nostro corpo e il ritmo di sonno e veglia. Potremmo quindi dire che il sole alimenta le fondamenta del nostro benessere! Ci consente di costruire quella base di “salute” che si rivela ancor più fondamentale nel momento in cui attraversiamo periodi di stress, dove il nostro sistema corpo-mente è messo a dura prova.

Difficile non fare un riferimento alla fase storica che stiamo attraversando (il Covid ha cambiato le nostre abitudini!) ed osservare come per tanti ritrovarsi a casa in maniera continuativa – ormai da un anno intero, con limitate interazioni con l'ambiente esterno (anche quello naturale) – stia facendo emergere quanto labile – in tanti casi – sia il sistema abitativo contemporaneo.

Il mondo dell’architettura necessità di riappropriarsi di strumenti che da sempre le sono appartenuti ma che nel corso del tempo sono stati messi in secondo piano a favore di una visione meccanicistica dell’abitare che – da sola – non riesce a rispondere ai bisogni primari indispensabili per creare benessere abitativo.

In questi mesi, sui canali di comunicazione, si parla tanto delle crescenti condizioni di disagio sociale, psicologico ed emotivo generati dall’attuale situazione sanitaria. Si sta registrando un forte innalzamento delle patologie depressive e sono in aumento i disturbi del sonno.

Senza nulla togliere alla complessità dei fattori che concorrono a creare questa situazione, questi disequilibri – osservati da una prospettiva di analisi abitativa – sono strettamente collegati all’esposizione al sole, e il fatto che nelle nostre abitazioni questo aspetto sia troppo spesso sottovalutato, ci porta oggi a vivere in contesti in cui il sole non entra dentro casa, non nutre con la sua presenza il nostro quotidiano e inevitabilmente produce degli effetti sulla nostra salute, depotenziandola.

La relazione fra abitazione e sole nella progettazione Feng Shui

Esiste una strettissima relazione fra qualità abitativa e posizionamento della casa rispetto al sole.

Questa relazione è uno degli elementi che concorre a definire l’organizzazione delle funzioni interne della casa, così da introdurre – attraverso la distribuzione degli ambienti – il giusto apporto di luce solare in relazione alle attività svolte nella stanza.

Quest’area di ricerca – che non vogliamo banalizzare tentando di fornire indicazioni generiche – si sviluppa attraverso una metodologia progettuale che si nutre dei contributi della Scuola dei Trigrammi, che nel Feng Shui decodifica l’interazione dell’abitazione con le otto Case Solari, o più comunemente chiamate direzioni cardinali e secondarie.

Non è un caso che nell’evoluzione del sistema abitativo – dai nostri antenati che vivevano nelle caverne, fino agli abitanti delle campagne contemporanee – il posizionamento delle aree dedicate al sonno corrisponde alle direzioni in cui sole non arriva, o si affaccia solo nel primo mattino e nel tardo pomeriggio. Questo era pensato perché questi spazi sono occupati in un momento della giornata in cui il nostro corpo e il nostro sistema ormonale sono al minimo della loro attivazione, e hanno quindi meno necessità di irraggiamento solare.
Similmente, le funzioni collegate ad attività diurne – nello schema evolutivo del sistema casa – sono posizionate in modo da interagire con le direzioni che durante il giorno apportano luce diretta dentro casa.

La tradizione abitativa - della quale siamo figli - si basava quindi su una profonda comprensione dei bisogni dell’uomo. Per i nostri antenati poter ricevere un sufficiente apporto di luce solare era una questione di sopravvivenza, e quindi rivestiva un ruolo determinante durante la selezione o la costruzione di un riparo.

La dimensione archetipica dell'interazione con il sole

Nella progettazione con il Feng Shui esiste anche una dimensione archetipica che descrive la relazione fra abitazione e direzioni, o più precisamente, che rispecchia e racconta le dinamiche interiori degli abitanti. Il movimento del sole – punto di riferimento dell’uomo dagli albori della nostra specie – diventa espressione dello sviluppo di un ciclo di nascita, crescita, sviluppo, morte e decomposizione. Osservare il movimento del sole intorno alla casa è come osservare l’evoluzione di un processo, dalla sua ideazione (il nord), all’inizio dell’attivazione (l’est), alla sua massima manifestazione (il sud), fino alla conclusione del processo (l’ovest).

Su quali aspetti ci sentiamo più forti o più deficitari? Analizzando le forme e le sensazioni trasmesse dalle conformazioni ambientali esterne ed interne alla casa è possibile definire una mappa psico-emotiva che descrive l’approccio alla vita dei suoi abitanti.

Questa visione dell’abitare si basa ovviamente sul presupposto che la casa è un contenitore stratificato di significati, che vanno ben oltre la dimensione materica del progetto e considerano l’abitazione come manifestazione e prolungamento fisico, emotivo, psicologico, funzionale dei suoi abitanti.
Affrontare il progetto architettonico integrando questi strumenti, significa promuovere una visione dell’abitare che arricchisce, unisce, crea connessioni fra aspetti apparentemente distanti fra loro, ma in realtà collegati da profonde corrispondenze, che nutrono e sostengono la qualità del nostro vivere.